Il 19 marzo 2024, sul sito del Ministero della Salute, è stata pubblicata l’ultima Relazione al Parlamento sulla Celiachia, relativa all’anno 2022. La relazione sulla celiachia è il documento di riferimento per questa patologia in Italia. Introdotta dalla legge 123/2005, la relazione monitora annualmente l’andamento della malattia, le diagnosi, le normative, l’investimento pubblico per l’erogazione degli alimenti dietoterapeutici e per la formazione di ristoratori e strutture ricettive.
Tra novità, sfide e grandi conferme, vediamo i punti salienti di questa nuova fotografia della celiachia nel nostro paese.
UN ICEBERG ANCORA SOMMERSO
I numeri ci confermano una minoranza di persone diagnosticate rispetto a quelle effettive. Infatti il numero totale di persone celiache al 31 dicembre 2022 si attesta a 251.939, ovvero a meno della metà delle persone celiache attese, dato che secondo le stime la celiachia colpirebbe circa l’1% della popolazione, vale a dire, in Italia, circa 600.000 persone. Questo significa che c’è ancora molto lavoro da fare sul fronte delle diagnosi.
DIAGNOSI IN RIPRESA
Rispetto alle diagnosi però c’è un dato positivo, infatti, il dato epidemiologico ci racconta che, dopo un’importante e comprensibile diminuzione delle diagnosi durante e subito dopo la pandemia, il saldo delle diagnosi, arrivato ad appena 7.729 nel 2020, nel 2022, con 10.210 nuove diagnosi, sta tornando in linea con quello del 2019 (11.179).
UN NUOVO INVESTIMENTO SULLA PREVENZIONE
La legge 130 del 15 settembre 2023 sancisce la volontà del Parlamento italiano di definire, ferma restando l’attuale prassi diagnostica, un nuovo programma di screening per individuare persone a rischio di diabete di tipo 1 e di celiachia nella popolazione pediatrica (età da 1 a 17 anni). Un provvedimento che riguarda entrambe le patologie, perché spesso coesistenti, con un’incidenza sempre maggiore ed entrambe capaci di causare gravi complicazioni nel lungo periodo.
Prima di avviare il programma definitivo a livello nazionale, verrà sviluppato un progetto pilota su scala ridotta, sostenuto da una campagna informativa, reclutando almeno 5.000 bambini e bambine di 2, 6 e 10 anni, presso gli ambulatori pediatrici in occasione dei bilanci di salute.
ETÀ E GENERE
Secondo l’ultima relazione sulla celiachia, le diagnosi di sesso femminile si confermano più del doppio rispetto a quelle di sesso maschile. Su 251.939 persone diagnosticate, infatti, ben 176.054, il 70%, sono di genere femminile, mentre 75.885, il 30%, sono di genere maschile.
Rispetto all’età:
- il 2% (5.401) ha un’età compresa tra 6 mesi e i 5 anni
- il 4% (11.066) tra i 6 e i 9 anni
- il 7% (16.463) ha tra i 10 e i 13 anni
- l’8% (20.380) ha tra i 14 e i 17 anni
- il 67% (168.776) ha tra i 18 e i 59 anni
- il restante 12 % (29.853) ha più di 60 anni di età
EROGAZIONE DEL BUONO
In Italia la dieta di chi convive con la celiachia è in quota parte finanziata dal Servizio Sanitario Nazionale per l’erogazione dei prodotti senza glutine. Secondo i dati raccolti dall’ultima relazione sulla celiachia, per l’erogazione di alimenti dietoterapeutici senza glutine, il Sistema Sanitario Nazionale nel 2022 ha speso 237.626.251,98 milioni di euro, con una spesa media pro capite di € 943,19.
La pandemia nel 2020 ha costretto i sistemi regionali a interagire, per permettere alle persone celiache di usufruire del buono mensile per l’acquisto degli alimenti dietoterapeutici anche fuori regione. Velocizzando di fatto l’omologazione delle modalità di erogazione del contributo sul territorio nazionale, convertendo così il buono cartaceo in buono elettronico, ad oggi in quasi tutte le regioni d’Italia.
CORSI DI FORMAZIONE PER L’ACCOGLIENZA FUORI CASA
Oltre ad essere una patologia autoimmune cronica, che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti, la celiachia è anche riconosciuta in Italia come malattia sociale, perché condiziona l’inserimento delle persone nei gruppi di riferimento, talvolta compromettendo l’osservanza alla dieta. Ecco perché, oltre all’erogazione del buono mensile, è previsto un ulteriore contributo annuale che le regioni possono investire per iniziative di formazione per gli operatori del settore alimentare e per consentire l’adeguamento delle mense annesse alle strutture pubbliche.
Nel 2022 in Italia sono stati organizzati indicativamente 561 corsi di formazione, a cui hanno partecipato circa 14.876 operatori. Come nelle diagnosi, anche i dati sui corsi di formazione sono abbastanza confortanti perché lontani da quelli registrati nel periodo pandemico e sempre più vicini al periodo pre-pandemico.
Per leggere e scaricare l’intero documento clicca qui: Relazione Annuale al Parlamento sulla Celiachia – anno 2022.